NON ABBASSARE LA GUARDIA

Negli ultimi giorni, in seguito all’entrata in vigore del DPCM del 26 aprile 2020, si è percepita una notevole confusione in merito alle nuove disposizioni che entreranno definitivamente in vigore dal 4 maggio. Una confusione che deve essere razionalizzata e indirizzata verso le giuste informazioni, onde evitare di generare correnti di disinformazione che potrebbero indurre comportamenti idonei a peggiorare ulteriormente la situazione con un conseguente ritorno di un picco dell’epidemia.

C’è chi preferisce indicare questo periodo di permanenza in casa, che va dall’8 marzo ad oggi, con la frase ‘’arresti domiciliari’’ dimenticando bonariamente il fine di tale misura; una misura resa necessaria a fronte della situazione di emergenza che ancora stiamo vivendo e che ha portato alla morte di tantissime persone nel nostro Paese oltre che a conseguenze economiche senza precedenti.

In situazioni come queste non possono esserci attribuzioni di colpa perché tendere verso una pandemia con capacità tali sarebbe stata dall’inizio una buona scelta per nessuno.

4 MAGGIO

Tuttavia il 4 maggio è vicino e tutti credevano, o perlomeno speravano, che sarebbe stato un passo verso la normalità senza ulteriori limitazioni della libertà di ognuno.  Invece così non è stato e non lo sarebbe stato comunque alla luce di un semplice confronto con i dati; dati che seppur possano lasciar ben sperare ora come ora non sono abbastanza da indurre il Governo, sulle cui spalle grava la sicurezza di un intero Paese, a consentire la libertà al quale siamo stati da sempre abituati. A tal proposito è doveroso far chiarezza: il 4 MAGGIO NON È LA FINE DI TUTTO, non ci sarà un libera tutti generale e sicuramente dovremmo aspettare ancora un altro po’ prima di poter nuovamente circolare in totale libertà.

Tuttavia, nonostante le disposizioni ci obbligano ancora una volta a limitare le occasioni di uscita dalle nostre abitazioni, è opportuno far chiarezza su quanto emanato e soprattutto sui principali cambiamenti previsti per la FASE 2:

1. SPOSTAMENTI (con l’utilizzo di un’autocertificazione) NEL PROPRIO COMUNE/IN COMUNI DIVERSI per motivi di:

– Salute;

– Lavoro;

– Urgenza o necessità (es. fare la spesa);

– Incontro con congiunti: i quali sono i coniugi, i partner conviventi, i partner delle unioni civili, le persone che sono legate da uno stabile legame affettivo, nonché i parenti fino al sesto grado e gli affini fino al quarto grado; restano esclusi gli amici poiché non considerati stabili legami affettivi.

• SPOSTAMENTI FUORI DALLA PROPRIA REGIONE solo per motivi di:

– Lavoro;

– Salute;

– Necessità e urgenza;

– Rientro nel proprio domicilio, abitazione o residenza.

• RITORNO IN ITALIA DA PAESE ESTERO: è possibile solo nel caso in cui venga consegnata la dichiarazione nel quale vengono spiegati i motivi del viaggio e l’indirizzo della dimora presso il quale si intende stabilizzarsi, in seguito è necessario sottoporsi a un isolamento volontario della durata di 14 giorni e presentare immediata comunicazione del rientro all’ASL competente per territorio. Lo stesso vale per chi rientra in Italia con mezzo privato o nave da crociera. Ciò non vale nel caso si tratti di lavoratori transfrontalieri, personale sanitario, equipaggi di trasporto passeggeri e merci.

• ATTIVITÀ SPORTIVA: è possibile svolgere attività motoria da SOLI, anche in bicicletta, non necessariamente nei pressi della propria abitazione e rispettando comunque la regola del distanziamento sociale (in questo caso di 2 metri).

• RIAPERTURE:

– tutte le aziende indicate all’interno all’allegato 3 (lista Codici Ateco)

– parchi, ville e giardini pubblici (tranne le aree gioco per bambini) sempre rispettando il divieto di assembramento e la distanza di almeno 1 metro.

In quanto essere umani dotati di una coscienza dobbiamo percepire la responsabilità che ognuno di noi detiene e dobbiamo essere consapevoli del peso delle nostre azioni e delle conseguenze che potrebbero determinare in un momento storico come questo. Giunti con fatica alla fase 2 siamo stati posti nella condizione di scegliere se resistere ancora un po’ per un epilogo migliore o farci dominare dall’irrefrenabile voglia di ritornare alla vita precedente rischiando di generare un nuovo picco di contagi. Esattamente come accadde con l’influenza spagnola nel 1918, la quale ebbe diverse ondate proprio a causa dell’abbassamento di guardia da parte della popolazione.

È opportuno interrogarsi se vale la pena vanificare gli sforzi profusi fino ad adesso per un briciolo di libertà nel presente, soprattutto a fronte del fatto che negli ultimi giorni in alcuni gruppi Telegram si è discusso in merito alla concreta possibilità di scatenare delle manifestazioni e delle proteste contro il lockdown con il fine di attaccare una parte della politica. Le Sardine hanno denunciato dal principio la presenza di tali gruppi e le finalità che perseguono, le stesse hanno poi affermato: “Il primo giorno di allentamento delle misure cautelative per la salvaguardia della salute pubblica, diventa, per certi individui, una scusa per dimostrare la loro forza individuale col supporto del branco. Non c’è riflessione. Solo una sciocca impulsività che lede e mette a rischio la salute di tutti coloro che le regole le rispettano”.

A fronte di questo, e delle conseguenze che il nostro Paese continua a vivere, vi chiedo: – è più importante un briciolo della vostra libertà o la possibilità di risparmiare delle vite? –