ANTISEMITISMO MODERNO

Cito testualmente ‘’la sinistra si è persa e, soprattutto, ha perso i voti delle fasce popolari a vantaggio della martellante demagogia populista, e ha di fatto spalancato le porte a quella narrazione antipolitica che, predicando apertamente l’intolleranza, va a minare i fondamenti stessi della convivenza civile’’, Massimiliano Panarari ci ha visto lungo nel suo scritto ‘’Uno non vale uno’’, seppur il fulcro della narrazione non sia propriamente ciò di cui stiamo per parlare; tuttavia mi sembra doveroso citarlo in virtù di quanto, a livello politico, è accaduto in questi anni in relazione all’incremento esponenziale del flusso migratorio.
La politica, in questo senso, è divenuta un mero appannaggio per quelle categorie di persone che, in virtù di vantate conoscenze di dubbia fonte, sono nella costante posizione di sputare odio verso il prossimo.


GLI ULTIMI VENT’ANNI
L’immigrazione in Italia è un fenomeno cresciuto esponenzialmente negli ultimi vent’anni e che ha messo spesso in ginocchio il nostro Paese: le persone che approdavano e che, ancor oggi, approdano nel nostro Paese provengono da realtà avverse, causa le guerre, le carestie e la povertà dilagante nei paesi di provenienza.
Il nostro paese per lungo tempo ha cercato di far fronte a questa ‘’emergenza migratoria’’ mettendo a disposizione le proprie risorse per aiutare chi, in tale situazione, risultava maggiormente bisognoso.
Il fine di tutto questo è nobile: valori fondanti le idee dei, spesso denominati a scopo ingiurioso, gruppi sinistroidi in contrapposizione, secondo già quanto affermato da Panarari, a quei gruppi che instauravano (e continuando a instaurare) l’intolleranza. Un clima d’odio che ha trovato
terreno fertile nella scarsa, spesso strumentalizzata, informazione proveniente dai media.


FALSI MITI
In questi ultimi anni tante sono state le informazioni, talvolta erronee, che hanno messo la pulce nell’orecchio in merito alle pratiche adottate per ‘’accogliere’’ i migranti nel nostro Paese. Per tanto tempo si è creduto che quanto propinato dai media era la realtà dei fatti dimenticando che
spesso l’unico fine di quest’ultimi fosse il mero ‘’far notizia’’.


35 euro al giorno in contanti
Per tanto, forse troppo tempo, si è creduto a questa enorme fake news propinata in ogni dove e in ogni mezzo informatico messo a nostra disposizione. Eppure si tratta, riprendendo McLuhan, di media freddi che in qualche modo necessitano di un alto coinvolgimento della persona
interessata nonché un completamento e una reinterpretazione dell’informazione che perviene. Il falso mito nasce in seguito a un calcolo, proposto dal Ministero dell’Interno, circa la spesa media quotidiana di un migrante: quest’ultima comprendente varie tipologie di servizi inerenti alla
fornitura di beni di prima necessità, di servizi per l’igiene, consulenze, costi indiretti, erogazione di pasti nonché servizi scolastici per l’apprendimento culturale e linguistico.
Oltretutto è doveroso sottolineare che l’erogazione di tutta questa mole di servizi non è legata alla discrezionalità del migrante ma è una somma che viene interamente fornita agli enti locali, i quali si assumono la responsabilità di garantire tutti i servizi per il quale hanno ricevuto i finanziamenti.
Ai migranti viene essenzialmente garantita un simbolica parte della somma, comunemente definita pocket money, la quale ammonta a 2,50 euro al giorno che potrebbe lievemente aumentare dipendentemente dai casi.


Soggiorni di lusso
Quante volte si è sentito parlare di permanenza in hotel di lusso o in prestigiose pensioni da parte dei migranti che sbarcano nel nostro Paese?
Probabilmente troppe volte, tuttavia solo pochi hanno cercato di riportare a ragione chi si rendeva colpevole di diffondere notizie totalmente erronee e talvolta diffamatorie.
Quanto citato nel titolo è totalmente strumentalizzato attingendo, e distorcendo, quanto realmente accade nelle attività di accoglienza messe in pratica dagli enti SPRAR, i quali garantiscono una sistemazione in alloggi o in appartamenti e SOLO in extrema ratio in strutture ricettive.
Quest’ultimi si occupano della ‘’seconda accoglienza’’ dei migranti, che in soldoni significa che si tratta di persone che sono già presenti sul territorio Nazionale e che hanno già affrontato le pratiche di prima accoglienza di cui parleremo più avanti.
A fronte della disinformazione dilagante, spesso anacronistica, è bene precisare e fare un quadro della situazione circa le modalità di accoglienza al quale vengono sottoposti i migranti:


1)HOTSPOT: in un primo momento vengono attivati dei luoghi di ‘’sbarco attrezzati’’ all’interno dei quali si svolgono varie attività, le quali spaziano dalle operazioni di primo soccorso, di assistenza sanitaria, di pre-identificazione, di informazione, ad opera degli operatori sociali presenti, in merito alle modalità e alle procedure richieste per l’asilo nonché la relocation; tutto questo in aderenza a quanto disciplinato dal documento redatto nel maggio del 2015 dalla Commissione Europea.


2) CDI (Centri di Identificazione – Dpr. n. 303/2004 e dal D.Lgs. n. 25/2008) o CARA (Centri di accoglienza per richiedenti asilo – istituiti nel 2002): destinati all’accoglienza dei migranti che hanno fatto richiesta per asilo politico per il periodo di tempo necessario alla loro identificazione e
alla revisione, da parte della Commissione Territoriale di competenza, del documento relativo alla richiesta d’asilo; il periodo di “accoglienza” non dovrebbe superare la durata di 35 giorni, oltre i quali il richiedente asilo dovrebbe ricevere un permesso di soggiorno della durata di tre mesi,
rinnovabile ogni tre mesi fino alla definizione positiva della richiesta di asilo.

3) CPR (Centri di permanenza per il rimpatrio – ex CIE): sono strutture destinate a colori i quali ‘’non hanno diritto a stare in Italia’’ e prevedono forme detentive per i migranti irregolari in attesa di espulsione; quest’ultimi possono essere trattenuti fino a un massimo di 90 giorni, prorogabili di ulteriori 15 giorni nei casi di particolare complessità e urgenza;


4) CAS (Centri di accoglienza straordinaria): accolgono i migranti che vengono ‘’dal mare’’ nei casi di particolare urgenza e vengono attivati nel momento in cui risultano essere insufficienti i posti disponibili nelle strutture di prima o di seconda accoglienza;


5) SPRAR (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati): costituito da una vasta rete di strutture all’interno delle quali si realizzano servizi di seconda accoglienza nei confronti di migranti che hanno presentato la domanda per la richiesta di asilo politico. Tali strutture, in accordo alla
rete degli enti locali, si adoperano per la realizzazione di progetti di accoglienza integrata, attingendo alle risorse messe a disposizione dal Fondo nazionale per le politiche e i servizi dell’asilo. Tali interventi non sono e non devono essere considerati una mera fornitura di vitto e
alloggio, ma prevedendo in modo complementare anche misure di informazione ed istruzione, accompagnamento e assistenza, attraverso la costruzione di percorsi individualizzati di inserimento socio-economico nonché di lotta contro la discriminazione ed emarginazione.


Lo scopo di tutto questo è fornire i giusti strumenti di lettura del fenomeno e delle modalità attraverso il quale lo stesso viene gestito, avendo chiaro lo scopo di eludere qualsivoglia pensiero poco nobile in relazione alla presenza in Italia di persone provenienti da Paesi diversi e con culture
spesso poco affini.
I grandi flussi migratori hanno portato il nostro Paese, e tutti i suoi abitanti, a dover modellarsi e adattarsi a una nuova realtà territoriale e culturale che dovrebbe assumere i tratti della pacifica convivenza civile e non della più becera intolleranza.

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Roberta Marasco

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